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Pompei: Le infinite scoperte nella Villa suburbana di Civita Giuliana 

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Una stalla con i resti di un intero cavallo, un carro cerimoniale a 4 ruote, due stanze degli schiavi, un sacello. Sono solo alcune delle scoperte effettuate dal 2017 ad oggi nei pressi della villa di Civita Giuliana a Pompei. 

Un importante scavo che ha restituito alla storia fondamentali reperti e conoscenze ma che ha anche permesso di mettere fine ai continui saccheggi di oggetti da parte dai tombaroli. 

Ed proprio per porre fine a questa attività di depredazione che negli ultimi anni gli scavi nella zona nord di Pompei si sono intensificati, permettendo di portare alla luce una serie di scoperte sensazionali. 

La villa collocata nella parte nord dell’antica città era originariamente suddivisa in 2 ambienti: un ambiente servile e un ambiente nobile. Fino ad oggi solo una parte della villa è stata portata alla luce. I lavori di scavo continuano ancora e si è certi che molte sono le scoperte che Pompei ci darà modo di conoscere e scoprire. 

L’ambiente nobile della Villa di Civita Giuliana a Pompei

L’ambiente nobile, riservato ai padroni di casa, ha già mostrato il vero patrimonio che questa città ha  da regalare alla storia. 

Ambienti eleganti che originariamente permettevano di affacciarsi direttamente sul magnifico golfo di Napoli, decorati con magnifici affreschi. Ambienti di soggiorno lastricati sia con eleganti pavimenti in cocciopesto con tessere lapidee, sia con raffinati inserti marmorei. 

Una Villa che non aveva nulla da invidiare alle altre,  anche se lontana dal fulcro della città di Pompei. 

L’ambiente servile della Villa

Ma i ritrovamenti più importanti sono avvenuti per ora nella zona servile e quindi nel quartiere produttivo della villa. Qui, infatti, sono stati scoperti i resti di tre cavalli bardati in una stalla dell’antica villa, di cui è stato possibile realizzare il primo calco intero di un cavallo.

Ma non solo, in un ambiente adiacente è stato effettuato un ritrovamento senza precedenti nelle storia di Pompei e dell’Italia.  Un carro cerimoniale a quattro ruote, in legno e con elementi in ferro. Con raffinate decorazioni in bronzo e argento ancora perfettamente visibili, utilizzato dalle élites Pompeiana per cerimonie e per accompagnare la sposa nella nuova casa. 

Oggi esposto insieme al calco del cavallo, nell’antiquarium degli Scavi di Boscoreale. Visitabile attraverso un servizio navetta, Pompeii Artebus, in partenza dagli scavi di Pompei con il biglietto integrato Pompei Plus.

Due stanze riservate agli schiavi, di cui in una è stato possibile realizzare il calco in gesso di  letti e altri oggetti in materiali deperibili che hanno lasciato la loro impronta nella cinerite. 

Nell’altra, invece, è stato eseguito il calco su buona parte degli arredi. Tra cui letti e piccoli armadi, permettendo di avere una fotografia di come si presentava prima dell’eruzione.

Ed proprio dal calco dei letti è stato possibile capire che anche ai tempi dell’antica Pompei vi era una gerarchia anche tra gli stessi schiavi. Infatti,  mentre uno dei due letti ritrovati era semplice e senza materasso, l’altro presente nella stessa stanza, era realizzato con materiali più costosi e dotato di spalliera. 

Un saccello, tra le ultime scoperte nella Villa di Civita Giuliana

Ma tra le recenti scoperte che hanno destato non poco scalpore tra gli stessi archeologici è l’ultimo ritrovamento di un ambiente dedicato al culto, un sacello. 

Il sacello realizzato con tetto spiovente e fronte esterna intonacata e dipinta di bianco, era caratterizzato dalla presenza di un grande portale (2.65 x 2.75 m). 

L’interno, invece, presentava lateralmente una decorazione pittorica in IV stile con dodici pannelli a drappo giallo su sfondo rosso. E al centro un podio in muratura probabilmente utilizzato come supporto per una statua. 

Purtroppo buona parte del sacello è stato ritrovato danneggiato a seguito del passaggio dei tombaroli che hanno lasciato enormi buchi di accesso e pezzi di affreschi staccati. Causando non pochi danni all’intera struttura dal valore inestimabile, interrotti adesso con l’inizio degli scavi. 

Presumibilmente, infatti, all’interno del sacello era presente un tempietto intitolato ad Ercole e alcuni affreschi raffiguranti le 12 fatiche di Ercole. Di cui tuttavia non ci sono tracce al momento a seguito del passaggio dei tombaroli. 

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