INDICE:
- I dipinti erotici nelle case e nei luoghi pubblici
- I lupanari simbolo erotico di Pompei
- I falli scolpiti sui muri e nelle strade a Pompei
Ammirata da ogni parte del mondo, Pompei, la città distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e rimasta sepolta per secoli fino al 1748, regala scorci dell’antica città Romana di 2000 anni fa.
Non solo dipinti, mosaici, corpi degli sfortunati Pompeiani ma anche tanti aspetti erotici che l’hanno resa famosa in tutto il mondo.
In molti accomunano Pompei con l’eros e la spiegazione è molto semplice, basta visitare la città antica per rendersi conto come per i Pompeiani, l’erotismo era parte integrante della vita romana e la sessualità era spesso oggetto di aperta discussione e rappresentazione artistica.
Infatti, numerosi sono i dipinti presenti a Pompei che raffigurano scene erotiche non solo nei famosi lupanari della città, ma nelle stesse case. Come numerosi sono i falli scolpiti sui muri e sui marciapiedi. Per non parlare delle scritture audaci e gli oggetti erotici ritrovati in giro per la città durante gli scavi. Ed proprio da questi ritrovamenti che Pompei è stata definita la città dell’erotismo.
D’altronde Pompei come molte altre città dell’Impero Romano, rifletteva questa mentalità aperta nei confronti della sessualità. Non c’era inibizione, com’è avvenuto solo successivamente alla scoperta di questi reperti che furono nascosti alla vista di donne e bambini perché considerati osceni e pornografici. Pompei era una città libera che viveva apertamente la sua sessualità.
I dipinti erotici nelle case e nei luoghi pubblici
La libera sessualità di Pompei è chiara e lampante, basta visitare la casa dei Vettii o le terme suburbane per rendersi conto di come per i Pompeiani l’erotismo era tutto.
I numerosi affreschi erotici presenti nella casa dei Vettii testimoniano questa grande apertura mentale. Dai quadretti erotici in una stanza adiacente alla cucina, al dipinto del Priapo sullo stipite della porta d’ingresso intento a pesare il suo enorme fallo.
Sessualità rappresentata non solo all’interno delle case private ma anche negli spazi pubblici, come nelle terme suburbane, frequentati da donne e uomini.
Anche qui sono stati rinvenuti negli spogliatoi e nei lati delle terme quadretti erotici molto simili a quelli ritrovati nei lupanari. Non è stata data una spiegazione precisa di questo ritrovamento in questi luoghi. Ma si è ipotizzato che la presenza di questi affreschi nelle terme fosse dovuta al fatto che essendo un luogo di relax e piacere non poteva che essere evocato uno dei piaceri più amati dai romani. O addirittura che servissero come promemoria per indicare il luogo dove si erano lasciati i propri abiti.
I lupanari simbolo erotico di Pompei
Anche la presenza di numerosi lupanari testimonia tutto l’erotismo di questa città.
Infatti a Pompei, seppur piccola, erano presenti ben 25 lupanari. Moltissimi in confronto alla grande città di Roma, molto più grande e popolata di Pompei, che ospitava dai 45 ai 46 lupanari.
Proprio questo dimostra come per i Pompeiani la sessualità era un aspetto fondamentale ed era parte integrante della vita pubblica e commerciale dell’epoca.
Infatti, la maggior parte dei bordelli erano una sorta di piccole aziende dove il padrone faceva lavorare due o tre schiave come prostitute oppure ricavava un reddito con l’affitto della cella a donne libere.
La prostituzione a Pompei , era considerata un fatto del tutto normale. E la società non giudicava negativamente chi decideva di recarsi in un bordello; Addirittura anche gli uomini di alto stato sociale potevano liberamente frequentare i lupanari senza incorrere in problemi.
I falli scolpiti sui muri e nelle strade a Pompei
Un altro aspetto non di poco conto che ha testimoniato tutta l’eroticità di questa città è la presenza dei numerosi falli scolpiti sulle case e sui marciapiedi.
Se da un lato però questo simbolo veniva utilizzato dai proprietari dei lupanari per indicare che ci si trovava nei pressi di un bordello e quindi come segnale indicativo.
Dall’altra parte il fallo, erano utilizzato da molti, non come simbolo erotico ma come icona di buona fortuna, utilizzato anche contro il malocchio.
Non a caso anche gli stessi bambini e abitanti di Pompei lo utilizzavano come amuleto appeso al collo, affinché li proteggesse contro gli spiriti del male. Molti sono gli oggetti ritrovati in giro per Pompei che testimoniano il grande utilizzo di questo simbolo da parte dei Pompeiani.