I Papiri di Ercolano rappresentano una delle più straordinarie scoperte archeologiche del XVIII secolo. Questi antichi rotoli di papiro completamente carbonizzati sono stati rinvenuti durante gli scavi dell’antica città romana di Ercolano, sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Per anni si è tentato di leggere il contenuto dei papiri carbonizzati di Ercolano. Ma molto spesso i tentativi si sono rivelati vani, per l’estrema fragilità degli stessi e la difficoltà nello srotolarli senza danneggiarli.
Oggi, però, è stato raggiunto un obiettivo importante, l’intelligenza artificiale ha permesso di decifrare un’intera parola senza srotolare il papiro.
Il risultato è stato ottenuto da uno studente che ha decifrato la parola “Porpora” scritta in greco antico.
Il ritrovamento dei Papiri di Ercolano
Era il 1750, quando durante gli scavi nel sito di Ercolano, gli archeologi trovarono una biblioteca carbonizzata all’interno della Villa dei Papiri. Questa biblioteca privata conteneva numerosi rotoli di papiro, conservati in modo eccezionale a causa dell’eruzione vulcanica che aveva coperto la città. I rotoli contenuti in casse di legno prive di ossigeno, durante l’eruzione furono carbonizzati dall’intenso calore del flusso piroclastico e rimasero conservati per secoli in blocchi compatti e fragili.
Oltre 1.800 furono i papiri recuperati, ma non tutti oggi sono visibili. Infatti, molti andarono persi durante gli scavi altri furono distrutti durante i primi tentativi di srotolamento.
Fin dall’inizio gli archeologi, in effetti, si trovarono di fronte a un grande ostacolo: i rotoli erano completamente carbonizzati e si sfaldavano al minimo tocco.
La decifrazione dei Papiri di Ercolano si è rivelata una sfida difficile per gli studiosi a causa del loro stato di conservazione estremamente fragile. Per molti anni, gli esperti hanno cercato di srotolare e leggere i rotoli senza danneggiarli, ma i risultati sono stati limitati.
Tuttavia, recentemente, l’intelligenza artificiale si è rivelata un prezioso alleato nella decifrazione di questi documenti antichi.
La lettura dei papiri con i raggi X
Già da anni il gruppo guidato da Brent Seales, stava lavorando alla lettura dei rotoli di papiro e grazie ai raggi X è stato possibile leggere digitalmente un intero rotolo senza danneggiarlo.
Il metodo di Seales si basava su un acceleratore di particelle con un algoritmo in grado di individuare le tracce di inchiostro a base di carbone invisibili agli infrarossi.
Ora però l’intelligenza artificiale ha fatto un ulteriore passo in avanti.
Sulla base del lavoro di Brent Seales, un giovane ragazzo di 21 anni Luke Farritor ha decifrato per la prima volta una parola contenuta in un rotolo di Ercolano non aperto. Si tratta della parola “porpora” scritta in greco antico.
Farritor utilizzando le scansioni ai raggi X di Seales e un programma di intelligenza artificiale è riuscito a decifrare alcune lettere (dieci), in una superficie di 4 centimetri quadrati all’interno dei papiri non srotolati e la parola porpora.
Un successo che ha permesso allo studente di aggiudicarsi un premio di 40mila dollari messo in palio dalla Vesuvio Challenge. Che di recente aveva lanciato una sfida per chi fosse riuscito ad accelerare la lettura dei papiri di Ercolano.
Cosa ci permette di scoprire l’intelligenza artificiale
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella decifrazione dei Papiri di Ercolano rappresenta un importante passo avanti nello studio di questi antichi documenti.
Grazie alle capacità di elaborazione e analisi dei dati dell’intelligenza artificiale, gli studiosi stanno progressivamente svelando il contenuto di questi rotoli carbonizzati.
Le scoperte sui Papiri di Ercolano arricchiscono la nostra conoscenza dell’antica Roma e ci permettono di gettare uno sguardo più intimo sulla vita e la cultura di quell’epoca lontana. L’intelligenza artificiale si conferma così un prezioso strumento per decifrare il passato e preservare la nostra eredità storica e culturale.