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Termopolio di Vetuzio Placido a Pompei

Termopolio di Vetuzio Placido a Pompei

Termopolio di Vetuzio Placido a Pompei

Il termopolio di Vetuzio Placido a Pompei fu sepolto completamente insieme al resto dell’antica città durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

Un’eruzione catastrofica che durò all’incirca 3 giorni e che ricoprì Pompei, prima con 3 metri di cenere e lapilli e poi successivamente con l’arrivo del violentissimo flusso piroclastico. La città venne completamente sommersa e rimase sepolta fino al 1748 quando per volere di Carlo III di Borbone, iniziarono i primi scavi a Pompei. 

I primi resti del termopolio di Vetuzio Placido, invece, vennero riportati alla luce solo nel 1912 e gli scavi durano diversi anni. 

Cos’è il termopolio

Ma che cosa significa Termopolio?? Questa parola deriva dal greco e significa letteralmente rivendita di bevande calde. Nel termopolio, infatti, era possibile acquistare cibi e bevande già pronti e caldi, insomma una sorta di fast food dei giorni nostri. 

Era uno dei luoghi più affollati dell’antica Pompei, in cui i Pompeiani potevano acquistare zuppe di pesce, di carne, di legumi, ma anche uova, frutta secca, olive e vino. Insomma non solo cibi caldi ma anche freddi di ogni genere. 

Il termopolio di Vetuzio Placido dove si trova

Il termopolio di Vetuzio Placido sorge nella Regio I all’insula VIII, esattamente lungo via dell’abbondanza di fronte l’Insula dei Casti Amanti. 

Era costituito da una bottega, un retrobottega e una casa di proprietà molto probabilmente di Vetutius Placidus e della sua compagna Ascula. Nomi che furono ritrovati più volte sui graffiti della casa. In particolare, quello di Vetutius, ripetuto in numerosi programmi elettorali e su anfore vinarie rinvenute al suo interno. 

La bottega era caratterizzata dalla presenza di un grande bancone in muratura ricoperto da marmi di vari colori disposti in senso geometrico, con all’interno numerose anfore di terracotta (dolia) in cui venivano conservati i prodotti già pronti. 

Sullo stesso bancone furono rinvenuti una serie di incavi di varie dimensioni. Utilizzati probabilmente dallo stesso proprietario per verificare la validità delle monete in uso all’epoca (insomma per identificare le monete vere o false). 

Sul fondo della stanza, sulla parete a sud,  in uno stato perfetto di conservazione fu ritrovato un affresco che raffigurava un’edicola del larario, con colonne e timpano in stucco . Dedicata ai dei protettori della casa (Lari), al Genio protettore del proprietario ( al centro del dipinto), al dio del commercio (Mercurio) ed al dio del vino (Dioniso). 

Mentre nella parte inferiore erano raffigurati dei serpenti, considerati portatori di prosperità ed abbondanza. Ancora oggi perfettamente visibili. 

Le scoperte effettuate nel termopolio

Il termopolio di Vetuzio Placido a Pompei è divenuto famoso non solo per lo stato perfetto di conservazione, ma anche per l’eccezionale scoperta all’interno di un’anfora in terracotta di 374 assi e 1237 quadranti. 

Monete di piccolo taglio, dal valore complessivo di 170 sesterzi, che probabilmente rappresentavano l’incasso dell’intera giornata di lavoro del proprietario. Che quest’ultimo conservò all’interno dell’anfora durante la catastrofica eruzione, sperando di farvi presto ritorno, ma così non fù.