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La valle dell’Inferno è un sentiero naturalistico che si può percorrere sul Vesuvio, il vulcano più pericoloso e conosciuto al mondo, famoso per le violente eruzioni di cui è stato protagonista.
La più popolare e catastrofica è senza dubbio quella che si verificò nel 79 d.C., quando le città romane di Pompei, Ercolano, Oplonti e Stabia furono sepolte da una coltre di cenere e lapilli.
Questa eruzione, nonostante la tragedia, ha avuto un impatto significativo su queste città in quanto ne ha preservato le case, le strade e gli affreschi. Mantenendole in uno stato straordinario di conservazione e permettendo agli archeologici e ai turisti di conoscere parte della vita vissuta degli antichi Romani.
Ma la storia del Vesuvio è stata segnata da numerose altre violente eruzioni oltre a quel 79 d.C.
Eruzioni che nel corso degli anni hanno modificato significativamente la conformazione del Vulcano. Infatti, secondo le ricostruzioni fatte da numerosi ricercatori, si pensa che il Vesuvio originariamente raggiungeva un’altezza massima di 1600-1800 metri, contro i 1277 metri attuali. E il Monte Somma non esisteva ma era parte integrante con l’attuale Gran Cono.
Le eruzioni di origine effusiva ed esplosiva hanno cancellato il vecchio Vulcano che inglobava il monte Somma e hanno permesso la formazione dell’attuale Gran Cono all’interno del Monte Somma.
Attualmente il Vesuvio si presenta formato da un cono esterno, il Monte Somma, con cinta craterica di circa 15 Km dentro la quale si trova un cono più piccolo rappresentato dal Gran Cono del Vesuvio. Il Monte Somma, circonda in parte il Gran Cono e questi sono separati da un avvallamento denominato Valle del Gigante.
A sua volta la Valle del Gigante, ricoperta dalle colate laviche succedutesi nel corso degli anni, è suddivisa a Est dalla Valle dell’inferno e a Ovest dall’atrio a cavallo.
Quindi la Valle dell’inferno è contenuta all’interno della Valle del gigante e corrisponde al sentiero natura n.1, oggi visitabile attraverso delle escursioni.
Da dove deriva il nome Valle dell’Inferno
Il nome particolare dato a questa valle non è legato a nulla di infernale, ma fu così denominata perché anticamente era un’area completamente desolata e prima di forme di vita a causa delle numerose eruzioni che non permettevano né la nascita di piante né la sopravvivenza di animali.
Oggi, però, a dispetto del suo nome, è caratterizzata da una ricca e rigogliosa vegetazione, in parte purtroppo distrutta durante l’incendio del 2017.
Vegetazione ricca di alberi di castagno, ginestre, pini, libecci ed abitata da numerosi animali selvatici.
Il sentiero della Valle dell’Inferno
Il sentiero della Valle dell’inferno inizia dal Comune di Ottaviano e termina sui cognoli del Monte Somma, ha una lunghezza di 12.390 metri.
Durante il percorso all’interno della valle si possono ammirare i cognoli del Monte Somma, cioè i cuspidi, le punte che si sono formati sul monte a seguito delle varie eruzioni che hanno interessato il vulcano.
Un caratteristico arco naturale, denominato Occhio del Diavolo. Caratterizzato da una particolare apertura che somiglia ad un occhio, formatosi per effetto delle eruzioni e modificato dalle intemperie nel corso degli anni.
Ma non solo lungo il percorso nella valle dell’inferno si possono ammirare anche le particolari colate laviche a corda, così chiamate per la forma di corda assunta dalla lava dopo il raffreddamento.
La leggenda del Vesuvio e del monaco crudele
Il Vesuvio e la valle dell’Inferno hanno suscitato la curiosità di numerosi scrittori tanto da creare una vera e propria leggenda.
Si narra, infatti, che un monaco malvagio si recò sul Vesuvio per chiedere al vulcano di esaudire un suo piano diabolico. Ma il Vesuvio stizzito dalla richiesta del Monaco mandò un cavallo con gli occhi di fuoco a valle. Che rincorse il monaco e con un colpo di zoccolo lo colpì facendolo finire nella voragine della valle dell’inferno. Da allora quel punto è denominato atrio a cavallo e il baratro fossa del Monaco.