Sepolta dalla devastante eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., Ercolano rimase imprigionata per secoli sotto una coltre di cenere vulcanica alta 20 metri. Un’eruzione catastrofica che ha permesso di preservare straordinariamente case, arredi, corpi e molti aspetti della vita quotidiana dei suoi abitanti.
Un luogo spesso ignorato e secondario rispetto alla vicina e importante Pompei, ma di fondamentale importanza per comprendere la vita dei romani e le loro abitudini.
Molto nel corso degli anni è stato ricostruito grazie alle scoperte e ai ritrovamenti effettuati. Come il lavoro che al tempo svolgevano gli antichi romani, come erano composte le loro case, come avvenne l’eruzione, come scapparono e anche che cosa mangiavano e bevevano.
Ed è proprio questo uno degli aspetti fondamentali su cui si sono fossilizzati negli ultimi anni gli archeologici.
Una scoperta sensazionale nelle fogne di Ercolano
Grazie al sistema fognario della città di Ercolano è stato possibile ricostruire le abitudini alimentari, lo stile di vita e la salute della popolazione Ercolanese.
Dettagli e particolari che non possono essere trovati a Pompei per la differente modalità di eruzione avvenuta nei due luoghi. Infatti, nonostante le due città furono contemporaneamente sepolte dalla stessa eruzione ad Ercolano possono essere trovati particolari che non ci sono a Pompei.
Mentre Pompei venne ricoperta principalmente da cenere e lapilli, Ercolano fu sepolta da una colata di fango vulcanico e materiale piroclastico che si indurì, preservando con maggior dettaglio alcune parti della città. Questo fango ha agito come un vero e proprio “sigillo” naturale, che ha permesso di conservare non solo edifici e mobili, ma anche le strutture sotterranee come le fogne e il loro escrementi.
Ed è proprio dall’esame degli escrementi fossilizzati ritrovati all’interno di queste fogne, che gli archeologi sono riusciti a ricostruire una parte importante di questa città. Informazioni preziose e fondamentali per ricomporre gli stili di vita degli abitanti Ercolanesi, le loro abitudini e il loro modo di cucinare e di mangiare.
Le fogne di Ercolano, infatti, erano parte di un sofisticato sistema idraulico progettato per smaltire i rifiuti domestici e le acque reflue. Molte di queste condutture scorrevano sotto le strade principali e le case più ricche. Gli scavi recenti hanno permesso di esplorare parti significative di questo sistema, ritrovando una miniera d’oro di informazioni sulla vita degli antichi romani.
Cosa mangiavano gli antichi Ercolanesi
Gli studi sui resti organici rinvenuti hanno permesso di ricostruire una dieta variata e relativamente ricca, composta da alimenti che includevano cereali, frutta come fichi, pere, mele, uva. Uova, verdure, carne, pesce tra cui orate, anguille, spigole, razze, alici e persino squali.
Dall’esame degli escrementi fossilizzati è stato possibile ricostruire anche come venivano cucinati questi alimenti. Principalmente utilizzavano semi di sedano, coriandolo, finocchio, pepe nero che veniva dall’india. Che ci fa capire non solo il modo di cucinare ma anche come Ercolano fosse ben collegata commercialmente agli altri stati.
Le fogne di Ercolano rappresentano quindi una vera e propria finestra sulla vita quotidiana della città romana. Uno spaccato di vita autentico, spesso non documentato nelle fonti storiche. Attraverso lo studio di questi rifiuti, è possibile ricostruire non solo cosa mangiavano e bevevano gli abitanti, ma anche come vivevano.
Una ricerca importante che ci fa comprendere meglio la vita comune delle persone che abitavano Ercolano prima che il Vesuvio ne decretasse la tragica fine.
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