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Le origini del Vesuvio e la sua pericolosità

Storia

Il Vesuvio è uno dei vulcani attivi più celebri e studiati al mondo, non solo per la sua attività eruttiva, ma anche per il suo impatto storico, culturale e sociale. E’ situato in Campania, vicino alla città di Napoli ed è conosciuto soprattutto per l’eruzione del 79 d.C., che distrusse le città di Pompei ed Ercolano. 

In origine il Vesuvio non era esattamente come appare oggi. Le diverse e violente eruzioni che si sono susseguite nel corso degli anni hanno modificato, infatti, totalmente la sua struttura. 

In principio appariva come un’unica grande caldera formata da un monte più antico, il monte Somma e l’attuale gran Cono del Vesuvio inglobato nel primo. 

Il Vesuvio, quindi, anticamente era un unico grande vulcano che si estendeva per più di 2000 metri di altezza. 

A seguito delle violentissime eruzioni di tipo esplosivo, il Vulcano crollò e diede origine ad una cresta settentrionale più bassa ( il monte Somma) e all’attuale cratere, definito Gran Cono del Vesuvio. 

Il Gran Cono quindi si è originato solo successivamente con l’accumulo di strati di lava, pomici e ceneri. 

Questo cono oggi è alto circa 1.281 metri e ha una forma conica. Al vertice dello stesso si trova il cratere, largo circa 600 metri e profondo 300 metri. 

Perchè il Vesuvio è considerato il vulcano più pericoloso al mondo?

L’ultima eruzione del Vesuvio risale al 1944 e a differenza delle precedenti violentissime eruzioni non ebbe un effetto devastante su tutto territorio. Infatti, distrusse solo parzialmente Massa di Somma e San Sebastiano. I danni più ingenti furono provocati dall’accumulo della cenere sui tetti delle case che portò alla caduta degli stessi. 

Ma quindi perchè il Vesuvio ancora oggi è considerato il Vulcano più pericoloso al mondo?

Alta concentrazione di abitanti

Una delle ragioni principali è la conformazione del Territorio. Purtroppo l’area intorno al Vesuvio è densamente popolata, con milioni di persone che vivono nei comuni situati a pochi chilometri dal vulcano, come Napoli, Torre del Greco, Ercolano e Pompei. 

Questa alta concentrazione di abitanti aumenta il rischio di gravi danni e vittime in caso di un’eruzione improvvisa. Data dalla difficoltà delle persone di poter scappare in tempo in caso di eruzione imminente. 

Eruzioni esplosive di tipo pliniano

Inoltre, il Vesuvio è noto per le sue eruzioni esplosive, che possono generare enormi colate di lava, nuvole di cenere e flussi piroclastici. 

Questi fenomeni sono estremamente pericolosi e possono devastare grandi aree in poco tempo. La famosa eruzione del 79 d.C., che distrusse le città romane di Pompei ed Ercolano, è solo uno degli esempi più noti di quanto devastanti possano essere queste eruzioni.

Eruzioni definite dagli esperti come Pliniane, perché descritte da Plinio il giovane in una lettera indirizzata all’amico Tacito durante l’eruzione del 79 d.C.. Queste sono caratterizzate da colonne di gas e cenere che possono raggiungere altezze enormi e provocare crolli strutturali, flussi piroclastici e danni estesi. 

Questo tipo di eruzione può essere letale anche per chi si trova a distanze notevoli dal vulcano.

Ma non solo le eruzioni del Vesuvio possono anche generare fenomeni secondari come frane, colate di fango (che si verificano quando la lava entra in contatto con l’acqua) e l’esplosione di gas velenosi. 

È Il vulcano più monitorato al mondo

Attualmente il Vesuvio si trova in fase di quiescenza da decenni, ed è uno dei vulcani più monitorati al mondo, proprio perché  è considerato “attivo” e potrebbe eruttare nuovamente in qualsiasi momento.

Le attività di monitoraggio sono attente e costanti, ogni movimento del Vulcano vieni valutato accuratamente per prevenire e ridurre il rischio in caso di eruzione imminente ed evitare danni alle persone che vivono nelle sue vicinanze. 

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