Il Vesuvio, il vulcano più famoso d’Italia e uno dei più pericolosi del mondo, è noto soprattutto per l’eruzione devastante del 79 d.C. che distrusse Pompei ed Ercolano. Un vulcano attivo divenuto per tutti simbolo indiscusso di Napoli per il suo meraviglioso affaccio sul Golfo dell’omonima città. Da molti conosciuto anche come Monte Vesuvio, per la sua storia legata alla distruzione della città di Pompei.
Un vulcano che ha attratto da anni la curiosità di tantissimi turisti, divenuto ormai meta prediletta per chi si reca in visita a Pompei e Napoli. Tutti sono curiosi di conoscere la storia, i miti, le leggende legate al Vesuvio. Tanti si informano e si documentano sui particolari di questo gigante dormiente.
Ma tuttavia ci sono molti aspetti meno conosciuti del Vesuvio che lo rendono ancora più affascinante. In questo articolo ti elencherò tre curiosità sul Vesuvio che probabilmente non conoscevi. Ad esempio che non è un vulcano solitario in Campania o l’origine esatta del proprio nome o ancora che il Vesuvio ha un gemello in giro per il mondo.
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1. Il Vesuvio non è un Vulcano Solitario
Ebbene sì, il Vesuvio non è l’unico vulcano presente nell’area di Napoli. Forse non lo sapevi o l’hai scoperto da pochi anni, da quando i Campi flegrei hanno attratto l’attenzione di stampa e media per il fenomeno legato al bradisismo.
Eppure il Vesuvio non è mai stato solo!!! Questo vulcano si estende accanto ad un complesso vulcanico più ampio chiamato “Sistema dei Campi Flegrei”, una vasta caldera che si trova sotto il Golfo di Napoli. Un’area vulcanica altamente attiva, al pari del Vesuvio, caratterizzata da molte bocche vulcaniche, fumarole e sorgenti termali.
L’ultima eruzione significativa dei Campi Flegrei risale al 1538, quando si formò il Monte Nuovo. Questo dimostra che l’area intorno al Vesuvio è una delle più geologicamente attive e potenzialmente pericolose al mondo. Ma i due complessi vulcanici non sono legati tra di loro, ciò vuol dire che una possibile eruzione dei Campi Flegrei non comporterà la parallela eruzione del Vesuvio e viceversa.
2. Origine del Nome Vesuvio
L’origine del nome Vesuvio in realtà ha natura molto incerta, in molti lo considerano attribuito dal semidio Ercole, di cui la città alla base del vulcano prese il nome. Ma ci sono varie teorie sull’origine reale del nome Vesuvio:
- Origine greca: secondo cui, alcuni studiosi credono che il nome possa derivare dal termine greco “Οὐεσούιος” (Ouesoúios), che potrebbe significare “illuminato” o “brillante“. Questo richiamerebbe il vulcano in attività, che produce fiamme e luce visibili da lontano.
- Origine indoeuropea: Un’altra teoria fa risalire il nome alla radice indoeuropea “ves-“, che significa “bruciare” o “splendere”, un riferimento diretto alla sua attività vulcanica.
- Origine latina: Altri suggeriscono che il nome potrebbe derivare da “Vesuvius”, legato al dio latino Vulcano, il dio del fuoco e della forgia. O addirittura da “Veh suis” che significa “Guai ai suoi”, termine che sarebbe legato agli avvenimenti carichi di disgrazie avvenute a Napoli e in Campania, prima o dopo l’eruzione del Vesuvio. Ma nella mitologia si fa spesso riferimento anche al termine «Vesuvinum», probabilmente associato al Dio Bacco, il dio dell’ebrezza e del vino, data anche la presenza di vigneti nella zona molto pregiati.
3. Il gemello del Vesuvio
Un’altra curiosità del Vesuvio che molto probabilmente non conoscevi è che il Vesuvio ha un gemello. E si trova esattamente nella città di Kagoshima in Giappone. Il suo nome? Sakurajima.
La sua sagoma che si affaccia a strapiombo sul golfo di Kagoshima, ricorda in modo impressionante il Vesuvio. Ma non è l’unica caratteristica che unisce le due città. Infatti, a quanto sembra il clima mite della città giapponese ricorda quello di Napoli, tanto da essere chiamata la Napoli del Giappone. Anche Sakurajima è un vulcano attivo ed è ricordato per una delle più potenti eruzioni mai avvenute prima. Che si verificò nel 1914 quando seppellì di lava i villaggi circostanti.
L’eruzione fu così potente che il fiume di lava che fuoriuscì unì il vulcano alla terraferma.
L’attività vulcanica continua tutt’oggi con l’emissione di colonne di cenere fino a 5000 metri che si riversano sul centro abitato di Kagoshima, l’ultima eruzione risale a Luglio 2024.
Proprio per le loro caratteristiche simili dei due vulcani, le città di Kagoshima e di Napoli sono gemellate dagli anni 60.
Infatti nelle due città è possibile trovare delle strade dedicate a questo gemellaggio. Mentre a Napoli sono presenti Via Kagoshima e largo Kagoshima. In Giappone esiste un grande viale alberato chiamato Napoli dōri.