La tomba di un personaggio illustre legato ad Augusto e alla Spagna è stata ritrovata a Pompei, durante i lavori di risanamento dall’umidità negli ambienti sotterranei della biblioteca di San Paolino.
I lavori si erano resi necessari per proteggere il patrimonio librario del sito da infiltrazioni d’acqua. Ed proprio durante lo scavo per la realizzazione di un cunicolo di ventilazione che è stata effettuata l’eccezionale scoperta.
Un rinvenimento importantissimo che ha indotto la soprintendenza ad ampliare lo scavo e a “musealizzare” il monumento funerario.
Si tratta di una tomba a forma di semicerchio, riconducibile a una tipologia ben nota a Pompei, quella delle cosiddette tombe “a schola”. Con al centro un sedile in tufo che termina in eleganti zampe di leone, che riporta sullo schienale a chiare lettere molto regolari e con resti di colore rosso all’interno delle cavità, il nome di Numerius Agrestinus Equitius Pulcher .
Il rinvenimento è avvenuto tra Porta di Stabia e l’edificio di San Paolino (attualmente utilizzato come biblioteca del sito).
Una scoperta fondamentale per ricostruire i rapporti con Augusto
Si tratta di una scoperta importante che fa luce sulla rete di potere di Roma sotto l’impero di Augusto. Difatti, dalle iscrizioni ritrovate nella tomba si evince che si tratta di un personaggio di spicco legato al regno dell’imperatore. Un prefetto del genio militare, che insieme ad Augusto, ha fatto una splendida carriera nell’esercito Romano durante la campagna spagnola.
Al termine della stessa decide di ritornare a Pompei, dove il consiglio della città lo onora con una sepoltura su suolo pubblico, dedicandogli la grandissima tomba.
La scoperta è eccezionale non solo per ricomporre i legami di rapporto con l’imperatore Augusto ma anche per ricostruire l’assetto viario di Pompei. Difatti, l’orientamento della tomba, dato dallo schienale su cui è presente l’iscrizione, è un elemento significativo che può aiutare a definire il corso degli assi viari probabilmente presenti e non ancora individuati a Pompei.
In genere, i monumenti sepolcrali antichi hanno la facciata principale rivolta verso la strada che corre parallela ad essa. Infatti, le altre tombe ottocentesche individuate nell’area indagata sono rivolte e corrono lungo la via Stabiana.
Ciò potrebbe significare la presenza di un’ulteriore arteria stradale non ancora individuata e scavata che si trova sotto l’edificio di San Paolino.
Le caratteristiche della tomba ritrovata a Pompei
La tomba a semicerchio cosiddetta “a schola” intitolata a Numerio Agrestino risale alla prima età imperiale ed una tipica tomba della città vesuviana.
Le tombe a schola sono monumenti destinati a personaggi illustri appartenenti all’élite cittadina (magistrati, sacerdoti, sacerdotesse, etc.), realizzati a spese pubbliche per decreto decurionale.
La tomba caratterizzata dalla presenza di un sedile in tufo di Nocera, con schienale ricurvo e terminazioni a zampa leonina, riporta sulla spalliera a grandi lettere l’incisione del nome del defunto.
Ma l’iscrizione continua in lettere più piccole posizionate al di sotto, al centro dello schienale, che recita “SEPULTURAE DATUS D(ecreto) D(ecurionum)”
“A Numerius Agrestinus, figlio di Numerius, Equitius Pulcher, tribuno militare, prefetto degli Autrygoni, prefetto del genio militare, Duumvir per la giurisdizione (ovvero detentore della magistratura più alta nella città di Pompei).
Ma non è l’unico esempio di tombe a schola ritrovate durante gli scavi archeologici a Pompei. Nella stessa area già precedentemente erano state riportate alla luce tombe di questo tipo.
Rappresenta, infatti, l’ottavo monumento finora scavato nelle necropoli Pompeiane. In particolare, questa è la terza schola scoperta nella necropoli di Porta Stabia, dove gli scavi ottocenteschi avevano rivelato già quelle di M. Tullius e di M. Alleius Minius. Una quarta tomba del medesimo tipo era stata individuata durante i lavori diretti da Antonio Sogliano ma non fu possibile portarla alla luce.