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La storia e la conservazione degli Scavi di Pompei

Storia

Sepolta dall’eruzione di un vulcano, da oltre 5 metri di materiale vulcanico per almeno 1700 anni e riportata alla luce casualmente nel 1748. 

Questa è la storia di Pompei, una delle più antiche città Romane sopravvissuta a terremoti, eruzioni e alla guerra. 

Il 24 Ottobre del 79 d.C. dopo anni di quiescenza il Vesuvio improvvisamente si risvegliò cogliendo tutti i Pompeiani impreparati. Mai avrebbero immaginato che quel monte che loro consideravano amico, che dava loro il cibo per sfamarsi e il più pregiato vino da bere e da vendere, improvvisamente, si sarebbe trasformato in un traditore. 

Il Vesuvio iniziò prima ad eruttare cenere e lapilli. Poi quando si liberò completamente del tappo che lo ostruiva, iniziò ad emettere gas e vapore acqueo ad altissime temperature. 

I Pompeiani non ebbero il tempo di scappare e vennero sepolti dalla quantità enorme di materiale vulcanico lanciato dal vulcano. 

Pompei in poche ore rimase sommersa da cumuli di cenere e lapilli che si solidificarono attorno alla città quando arrivò il potente flusso piroclastico. 

Pompei rimase per oltre 1700 anni imprigionata nello strato vulcanico,  per essere casualmente riportata alla luce nel 1748. 

Un immenso patrimonio composto da case, ville, mosaici, affreschi e dai calchi degli stessi abitanti che la popolavano. 

Un patrimonio che è rimasto intatto nonostante l’eruzione del 79 d.C., nonostante i bombardamenti del 1943 durante la seconda guerra mondiale e i vari terremoti. 

Grazie a questo immenso patrimonio è stato possibile ricostruire la storia, il vissuto e le abitudini degli antichi Pompeiani.

La conservazione degli Scavi di Pompei

Scavi di Pompei

Un patrimonio prezioso quello di Pompei che è rimasto intatto per anni, ma la conservazione di una delle città romane più antiche al mondo non è stata un’impresa facile. 

Infatti, Pompei è stata esposta alle intemperie, agli agenti atmosferici e all’inquinamento per secoli, il che ha causato un inevitabile deterioramento dei suoi monumenti.

Per non parlare dei terremoti che si sono susseguiti per anni e alla guerra del 1943, che ha danneggiato alcuni edifici, tra cui la zona del foro, la Basilica, la casa del Fauno. 

Insomma per preservare i resti di Pompei, negli ultimi decenni sono stati intrapresi sforzi massicci per consolidare e restaurare gli edifici, ripristinare i mosaici e gli affreschi e proteggere gli scavi dall’erosione e dalle intemperie. 

Sia con interventi ordinari, come la pulitura, la stabilizzazione e la protezione di superfici murarie e decorate, sia con interventi straordinari in situazioni d’urgenza. 

Questo lavoro è stato possibile grazie all’opera della Soprintendenza degli Scavi ma anche grazie alla tecnologia moderna.

Con il grande progetto Pompei, la Soprintendenza ha avviato un programma di interventi per prevenire, restaurare e proteggere questo immenso patrimonio. Non solo dalle intemperie e dall’erosione, ma anche dall’enorme quantità di visitatori che la città attira ogni anno. 

Purtroppo, infatti, anche il numero crescente di turisti che transitano sulle antiche strade di Pompei  ha creato problemi di deterioramento delle stesse, per questo si è reso necessario un intervento per gestire il flusso di visitatori.  

Misure adottate

Terme di Pompei

Per risolvere questo problema, sono state introdotte alcune misure:

  • Come la limitazione del numero di visitatori che possono accedere in determinate zone di Pompei
  • La creazione di percorsi turistici specifici
  • La messa in atto di sistemi di sorveglianza per monitorare il comportamento dei visitatori, al fine di evitare danni ai monumenti. 

Questa è la ragione principale per cui in determinate case o aree non è possibile accedere o l’accesso  è limitato a determinati orari specifici, per ridurre quanto più possibile gli ingressi in queste zone. 

Inoltre, sono stati creati diversi programmi per coinvolgere la comunità locale nella conservazione di Pompei. 

Ad esempio, i giovani della zona sono stati reclutati per partecipare a programmi di volontariato per aiutare a mantenere l’area pulita e per diventare dei veri e propri ambasciatori della città.

Ma non solo, recentemente, per mantenere pulite le zone verdi di Pompei in modo ecosostenibile sono state impiegate 150 pecore. Che non solo rispettano l’ambiente, come avveniva 2000 anni fa, ma che comporta anche un notevole risparmio in termini economici.

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