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La storia di Pompei

Storia

La storia di Pompei ebbe inizio il 24 Ottobre del 79 d.C., quando una violentissima eruzione del Monte Vesuvio invase di cenere, lapilli e un potentissimo flusso piroclastico ogni cosa. 

La storia di Pompei da allora non fu più la stessa.

Il bellissimo monte ricco di vigneti e considerato dagli antichi Pompeiani un monte buono, si trasformò improvvisamente in una bomba.

Già nei giorni precedenti all’eruzione vi furono dei segnali dell’imminente catastrofe che si sarebbe abbattuta su Pompei. Improvvise mancanze di acqua, piccole scosse di terremoto, ma i Pompeiani non capirono il pericolo che si stava per abbattere su di loro. 

Per loro il Vesuvio era un monte amico, fertile che produceva vino pregiato e dava loro abbondanti raccolti. 

Era intorno alle 13:00 quando dal vulcano fuoriuscirono, improvvisamente, gas, cenere e lapilli che formarono una colonna alta quindici metri, visibile anche da Napoli.

Infatti, fu proprio Plinio il giovane che si trovava a Miseno, che descrisse il terribile evento, definendo quella colonna come un pino alto fino al cielo. 

Pompei in poche ore venne ricoperta da un manto di cenere e di lapilli alto dai 3 ai 5 metri. 

E successivamente venne invasa dal distruttivo flusso piroclastico. La colonna eruttiva, infatti, collassò lungo le pareti del Vesuvio e invase prima Ercolano più vicina al vulcano e successivamente Pompei.

I pochi Pompeiani che riuscirono a sopravvivere alla caduta dei lapilli, non trovarono però scampo quando arrivò il flusso piroclastico. 

Pompei, in tre giorni,  venne completamente invasa e sepolta per secoli.

La storia degli Scavi di Pompei

Solo nel 1748 ebbe inizio la storia degli Scavi di Pompei. 

Dopo il ritrovamento casuale di Ercolano, Carlo III di Borbone ordinò di iniziare i primi scavi anche a Pompei, credendo di essere sulle tracce di Stabia.

Solo nel 1763 a seguito del ritrovamento di un’iscrizione che riportava “Res Publica Pompeianorum”,  si capì che in realtà non si trattava di Stabia, ma di Pompei. 

I ritrovamenti, però, in epoca Borbonica furono scarsi e di poca rilevanza, vennero ritrovati solo monete, affreschi e una parte dell’Anfiteatro e della necropoli di Porta di Ercolano, quindi si decise di seppellire tutto e di cessare gli scavi nel 1754. 

Questi ultimi ripresero solo successivamente, per volere di Maria Carolina moglie di Ferdinando I delle due Sicilie. Grazie alla quale vennero riportati alla luce il tempio di Iside, il Foro Triangolare, la zona dei teatri, alcune necropoli e diverse abitazioni.

Da allora iniziò l’ascesa di Pompei. 

Nel 1863, inoltre grazie all’archeologo Giuseppe Fiorelli, venne scoperta anche una nuova importante tecnica, utilizzata ancora oggi, quella del calco. 

Questa tecnica permette di  riportare alla luce nel suo stato originario, una copia esatta di un oggetto o di un essere vivente. Consiste nel riempire con una miscela di acqua e di gesso o cemento una zona di vuoto, una volta solidificata, si procede con lo scavo. 

Numerosi sono i calchi che sono stati effettuati a Pompei e che vengono realizzati ancora oggi con questa tecnica, con essa si è riuscito a ricostruire gli ultimi istanti di vita di tantissimi Pompeiani. 

La storia degli Scavi di Pompei proseguì, successivamente, nelle mani di diversi archeologi e direttori dei lavori tra i quali: Vittoria Spinazzola, Amedeo Maiuri.

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