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La Storia degli Scavi di Ercolano

Gli Scavi di Ercolano, insieme a Pompei, rappresentano la testimonianza più dura della terribile eruzione del Vesuvio che colpì i Paesi Vesuviani nel 79 d.C.

Un’eruzione così devastante che seppellì per secoli case, templi, negozi, strade e anche gli stessi abitanti.

Solo dopo 1700 anni gli Scavi di Ercolano sono stati riportati alla luce. Qui nella nostra guida potrai conoscere la vera storia degli Scavi di Ercolano, in particolare nel nostro articolo avrai modo di leggere e sapere:

La storia di Ercolano

Ercolano è collocata a sud di Napoli e alle pendici del Vesuvio. Fu fondata da Ercole nel 1243 e visse il suo periodo di massimo splendore quando fu governata da Marco Nonio Balbo, che abbellì la città con nuovi monumenti ed edifici.

Ercolano, conosciuta da molti anche come Herculaneum, era il luogo prescelto dai nobili romani per trascorrere le proprie vacanze. Infatti, la sua posizione vicino al mare e il clima mite rappresentavano un connubio perfetto per chi voleva rilassarsi e allontanarsi dallo stress della città.

Ma il destino di Ercolano cambiò improvvisamente quando il 24 Ottobre ( e non 24 Agosto secondo gli ultimi ritrovamenti effettuati a Pompei) del 79 d.C. il Vesuvio incominciò ad eruttare pomici, lapilli e lava. Ercolano venne sommersa da oltre 25 metri di materiale vulcanico e rimase seppellita per secoli.

Fino a quando nel 1709, un contadino di nome Ambrogio Nocerino, durante lo scavo di un pozzo per caso si trovò di fronte a pezzi di marmo pregiato che fuoriuscivano dal terreno. 

Da quel momento è iniziata la storia degli Scavi di Ercolano!

Un patrimonio immenso esteso attualmente su 4 ettari di terreno e visitato ogni anno da più di 400.000 mila visitatori.

L’eruzione che distrusse Ercolano

Quel giorno l’eruzione del Vesuvio iniziò intorno alle 13:00. Ma Ercolano per la sua collocazione alle pendici del Vesuvio, inizialmente non venne investita dalla pioggia di cenere e lapilli che sommerse Pompei. 

Solo 12 ore più tardi i materiali vulcanici che fuoriuscivano dal Vesuvio formarono un gigantesco Pino (come descritto nella lettera di Plinio il Giovane), che collassarono su se stessi e colarono lungo le pareti del Vulcano. Il potente flusso piroclastico in pochi minuti raggiunse e distrusse tutto ciò che si trovava ai suoi piedi, compresa Ercolano. 

Ercolano prima fu investita da nubi incandescenti che raggiungevano una temperatura di 400° e poi da colate di fango. Che la ricoprirono completamente con oltre 20 metri di materiale vulcanico. 

Rimase sepolta sotto la coltre di fango per oltre 2000 anni, solo nel 1709, durante lo scavo di un pozzo, il contadino Nocerino ritrovò i primi reperti della città.  

Storia scavi di Ercolano

I primi reperti ritrovati agli Scavi di Ercolano

I primi veri importanti scavi Archeologici, iniziarono solo nel 1738, ad opera di Carlo di Borbone, il quale diede l’incarico a Roque Joaquín de Alcubierre, di realizzare la prima mappa degli Scavi. 

I reperti inizialmente riportati alla luce furono solo pezzi di marmo, statue, iscrizioni e cornici. 

Intorno al 1750, furono rinvenuti i primi importanti reperti della città, si trattava  dei frammenti della Villa dei Papiri. L’ingegnere svizzero Karl Weber, sotto la direzione di Roque Joaquín de Alcubierre, realizzò la prima mappa della Villa.

Enel 1760, venne effettuata una scoperta sensazionale, all’interno di una delle stanze della Villa, probabilmente una biblioteca, vennero ritrovati oltre 2000 papiri carbonizzati e numerose statue. 

In quegli anni Weber diede l’idea di abbandonare gli scavi tramite l’utilizzo di cunicoli e utilizzare un metodo di scavo a cielo aperto. In quanto i cunicoli  non solo erano pericolosi e scomodi, ma distruggevano anche parte dei reperti ritrovati. 

Ma la proposta di Weber inizialmente venne scartata. Per poi essere intrapresa nel 1826 da Francesco I delle Due Sicilie, da lì in poi è stato un susseguirsi di interruzioni e di ripresa degli Scavi.  

Solo nel 1924 con la nomina alla soprintendenza di Amedeo Maiuri, venne attuata una nuova importante campagna di scavi con l’esproprio di parte della città moderna, per proteggere le rovine di Ercolano dall’espansione edilizia. Questa campagna riportò alla luce l’Ercolano che vediamo oggi. 

Nel 1981 avvenne la scoperta più emozionante. Sotto la terrazza delle terme suburbane vennero ritrovati oltre 300 scheletri ammassati in arcate destinate al ricovero delle barche, oltre ad una vera barca in legno carbonizzato. 

Si trattava dei cittadini Ercolanesi che si ripararono lì per mettersi in salvo dall’eruzione del Vesuvio in attesa dei soccorsi, che non arrivarono mai. 

I morti ad Ercolano

I corpi degli abitanti di Ercolano ritrovati durante le opere di scavo furono relativamente pochi. Ciò probabilmente è dovuto al fatto che la maggior parte di loro riuscì a mettersi in salvo e fuggire. Ma anche perché il resto della città antica di Ercolano giace ancora sotto la città nuova e non tutti i corpi sono stati ritrovati. 

Solo con la scoperta delle Fornici nel 1981 venne ritrovato un gruppo numeroso composto da 300 persone, tra uomini, donne e bambini. 

I corpi erano tutti ammassati all’interno di queste stive destinate al ricovero per le barche in attesa dei soccorsi via mare. Soccorsi che a causa della potente eruzione del Vesuvio non arrivarono mai. 

Morirono tutti all’istante, vaporizzati dalla potente nube piroclastica a 400° che non gli lasciò scampo.  

Come visitare gli Scavi

La storia degli Scavi di Ercolano è triste ma lascia senza fiato, tante sono le cose di Ercolano che dovrai ancora scoprire. Quindi ti consiglio nella tua visita ad Ercolano di non soffermati ai minimi particolari. Ma di lasciarti incantare dai racconti di quest’antica città sepolta per 2000 anni, da una esperta guida turistica.

Le abitudini, le attività, i personaggi che hanno fatto la storia di Ercolano potrai scoprirli insieme a chi quei luoghi li conosce perfettamente!

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