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La Barca Bruciata di Ercolano: un’incredibile Scoperta Archeologica

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Era il 1982, quando un’incredibile scoperta archeologica ha svelato un affascinante pezzo di storia dell’antica città di Ercolano, situata vicino a Pompei e sepolta insieme a quest’ultima dalla violenta eruzione del Vesuvio del 79 d.C. 

Nei pressi delle terme suburbane, una barca bruciata risalente all’epoca dell’eruzione è stata ritrovata seppellita sotto una coltre di cenere vulcanica. 

Una testimonianza importante e sorprendente che ha permesso di ricostruire ciò che accadde quel lontano 24 Ottobre del 79 d.C. 

Cosa accade durante l’eruzione ad Ercolano

Antica spiaggia di Ercolano

Era un giorno come gli altri quando improvvisamente quel monte iniziò a sputare lapilli e cenere. Invadendo prima le strade dell’antica Pompei e successivamente devastando Ercolano con il potentissimo flusso piroclastico.

Una sorte terrificante e dolorosa che gli Ercolanesi tentarono di evitare fin dai primi momenti rifugiandosi nelle fornici in prossimità del mare in attesa dei soccorsi che li avrebbero portati in salvo. Numerose furono le barche che partirono dirette ad Ercolano per aiutare quanto più uomini, donne e bambini possibili. Ma non tutti riuscirono a scampare alla morte. 

Purtroppo l’arrivo del flusso piroclastico distrusse in un attimo le loro case e le loro vite. E arrivò fino al mare, bruciando e distruggendo tutto ciò che si trovava davanti, anche le barche provenienti dal mare. 

Fu una di queste barche che fu recuperata in un eccezionale stato di conservazione in prossimità dell’antica spiaggia di Ercolano il 3 Agosto del 1982. 

Nello stesso punto furono ritrovati anche i corpi di trecento Ercolanesi. Che avevano cercato riparo all’interno di quelle robuste arcate ( le fornici ) costruite sotto la terrazza di Marco Nonio Balbo in attesa dei soccorsi. 

Scheletri nelle Fornici di Ercolano

Ed è proprio il ritrovamento di questi elementi che ha aiutato non solo a capire che cosa avvenne quel giorno durante l’eruzione ma anche la conformazione della città di Ercolano. Che è cambiata a seguito della potente eruzione e  dei materiali vulcanici che l’hanno ricoperta totalmente. 

Infatti si è scoperto che l’antica spiaggia era in posizione più arretrata rispetto a quella attuale. Ciò è dovuto al fatto che Ercolano fu completamente sommersa con oltre 20 metri di fango e materiale vulcanico, che hanno spinto la formazione della riva del mare a chilometri distanza rispetto a quella di 2000 anni fa. 

Com’era la barca bruciata di Ercolano

Scheletro della barca di Ercolano esposto nel salone della barca

La barca lunga 9 metri e larga 2,2 metro, simile ad una liburna cioè una lancia militare, fu costruita con l’utilizzo di diversi materiali lignei, tra cui quercia, abete e castagno. Ed era composta da due file di rematori, 3 per ogni lato, che permettevano alla barca di muoversi con velocità anche in assenza di vento. 

Fu ritrovata sepolta nel fango insieme ad altri reperti. Tra cui un minuscolo salvadanaio in legno con coperchio scorrevole con dentro una monetina d’argento e una di bronzo con il volto di Vespasiano.

Ma non solo vicino alla stessa furono recuperati anche i resti di un soldato, alto circa 1 metro e 80, munito di pugnale ed un gladio. 

Lo scheletro della barca si è conservato intatto per secoli sotto la coltre di cenere, grazie all’assenza di ossigeno.  Anche il rosso cinabro con cui era stata dipinta la prua era chiaro e lampante. Una scoperta senza precedenti che dimostra tutta l’importanza e l’eccezionalità di questa antica città. 

I reperti esposti nel salone della barca

Dopo il suo ritrovamento, la barca bruciata è stata sottoposta a un’attenta opera di conservazione per preservarne l’integrità. Successivamente è stata esposta nel salone della barca di Ercolano. Dove i visitatori provenienti da tutto il mondo possono ammirare questo straordinario reperto e immergersi nell’affascinante storia dell’antica Ercolano.

Il salone della barca che si trova in prossimità dell’entrata della zona archeologica, contiene oltre allo scheletro della barca anche molti reperti. Che sono stati recuperati nei  vari edifici della città e dalle terme suburbane utilizzate forse come deposito. 

Tra cui delle reti da pesca, con gli ami e gli uncinetti utilizzati per riparare le reti stesse. 

Ma non solo accanto ad alcuni remi ben conservati, sono esposti un’ancora con i resti dei molluschi ancora attaccati ad essa ed alcune anfore. 

le funi ritrovate ed esposte nel salone della barca

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