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I Papiri di Ercolano cosa contengono

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Ercolano ha regalato e regala ancora tutt’oggi un patrimonio unico al mondo. Case, arredi, infissi, gioielli perfettamente conservati, nonostante la terribile eruzione del Vesuvio del 79 d.C.devastò l’intera città. 

Ad Ercolano è come se il tempo si fosse cristallizzato, a quel 24 Ottobre, quando la furia del Vesuvio spazzò via ogni cosa. 

Una furia devastante che però ha permesso ugualmente di conservare intatti tanti gioielli di Ercolano. Uno tra i più importanti, forse l’unico al mondo nella storia di una città antica, fu il rinvenimento intorno al 1750 di un’imponente Villa, al cui interno furono ritrovati 1826 rotoli di papiro carbonizzati. 

Una scoperta unica, eccezionale, mai avvenuta nella storia. 

Rotoli di papiro, che fin dall’inizio dell’eccezionale scoperta, hanno destato stupore, meraviglia e curiosità in tutto il popolo scientifico. 

Fin da subito l’intento dei tanti studiosi, si è concentrato principalmente sullo srotolamento dei rotoli di papiro, per analizzare i testi contenuti al loro interno. 

Insieme a guide esperte, per chi desidera visitare la meravigliosa Ercolano, potrai scoprire non solo la storia dei suoi papiri e di ciò che vi era contenuto, ma anche tutti i minimi particolari di questa splendida città sepolta.

I Papiri di Ercolano ritrovati nella Villa dei Papiri

Era intorno al 1750 quando durante lo scavo di pozzo ad Ercolano, fu ritrovata casualmente un’immensa Villa, probabilmente secondo i vari studi condotti, collocata a picco sul mare. 

Una villa divenuta famosa nel mondo, non solo per la sua maestosità e bellezza ( una copia della Villa è stata realizzata a Malibù da J.Paul Getty), ma soprattutto, per il patrimonio contenuto nella sua biblioteca. 

Un tesoro unico al mondo, che conta ben 1826 rotoli di Papiro carbonizzati.

Papiri che furono ritrovati custoditi in alcune casse e avvolti in scorze di legno. 

Ed è proprio da questa eccezionale scoperta che prende il nome l’omonima Villa dei Papiri.

Una Villa non ancora visibile ad Ercolano e difficile da riportare completamente alla luce, a causa dell’imponente strato di materiale vulcanico, alto oltre 25 metri, depositatosi sulla Villa. Ma anche a causa della continua mancanza di fondi, che interrompono continuamente i lavori di scavo. 

Ma nonostante ciò, già nel lontano 1751 fu possibile realizzare una pianta integrale della Villa dei Papiri grazie al lavoro dell’ingegnere Karl Weber. Ed è sulla base di questa mappa che la bellezza della Villa dei Papiri di Ercolano rivive nel progetto del MAV

Il Museo Archeologico Virtuale che attraverso immagini in 3d ed ologrammi permette di visionare tutti gli ambienti di cui era composta la Villa. 

Villa dei Papiri
Fonte Museo Archeologico Virtuale di Ercolano – Villa dei Papiri

I Papiri di Ercolano come si sono conservati

I papiri di Ercolano sono uno dei tanti patrimoni lasciati dalla città di Ercolano. 

Mai nella storia di una città antica era stata fatta una scoperta così eccezionale. Mai era stato possibile analizzare i contenuti di rotoli di papiro carbonizzati dalle alte temperature di un vulcano eruttato. 

Ma ad Ercolano ciò è stato possibile, grazie alla dinamica dell’eruzione che colpì la città. 

I rotoli, infatti, durante l’eruzione furono carbonizzati dall’intenso calore prodotto dai flussi piroclastici. Questo surriscaldamento intenso avvenne in un periodo di tempo molto breve e in ambienti poveri di ossigeno, ciò fece sì che i rotoli di papiri si carbonizzassero in blocchi compatti e estremamente fragili.  

Successivamente furono ricoperti e conservati dagli strati di roccia lavica eruttati dal Vesuvio.  

Purtroppo però dei 1826 rotoli di papiri ritrovati ad Ercolano molti andarono distrutti o persi. 

Perché, durante la prima fase della scoperta, non si capì che si trattava di papiri carbonizzati, ma furono scambiati per pezzi di carbone e quindi buttati via. 

Altri, invece, andarono distrutti durante i primi tentativi di srotolamento. 

Ed è proprio su questa tecnica che si è concentrato il lavoro degli scienziati.  

Papiri di Ercolano
Papiro di Ercolano – Fonte Web

La tecnica dello srotolamento

Il primo valido approccio fu realizzato da Camillo Paderni e da Antonio Piaggio, il quale realizzò una macchina che permise lo srotolamento dei rotoli. 

Grazie a questa tecnica fu possibile in parte analizzare i testi contenuti all’interno dei papiri. 

In larga parte, si trattava di testi di filosofia epicurea, realizzati dal poeta Filodemo di Gardara, scritti in lingua greca. 

Altri invece, una piccola minoranza, erano scritti in lingua latina e trattavano della guerra tra Marco Antonio e Cleopatra VII contro Augusto. 

La tecnica di Piaggio però dovette essere abbandonata poco dopo, perché molti rotoli venivano distrutti durante lo srotolamento. 

Con il tempo si sono succedute via via una serie di tecniche, tutte infruttifere, a causa della fragilità dei rotoli. 

Oggi, invece, si è passato ad un nuovo approccio. 

I rotoli di papiro non vengono più srotolati, con il rischio di danneggiarli,  ma i ricercatori Italiani e Francesi stanno tentando di decifrare i testi dei Papiri di Ercolano mediante l’utilizzo dei raggi X. 

Fino ad oggi sono stati ottenuti risultati incoraggianti, ma la tecnica deve essere ancora perfezionata. 

Oggi i rotoli di papiri di Ercolano sono conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, nella sezione chiamata Officina dei Papiri Ercolanesi.  

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