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Dentro le Case di Pompei: La Struttura che Racconta una Civiltà

StoriaCuriosità

L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ha seppellito una delle città più grandi e popolate dell’area Vesuviana, Pompei. Ma non ha distrutto la sua storia. 

Grazie agli scavi archeologici e al costante lavoro di archeologi ed esperti la storia di Pompei e dei suoi abitanti è stata in parte ricostruita. 

Persino le case, quelle maggiormente colpite dalla caduta delle cenere e dei lapilli sono state scavate e riportate alla luce. Riuscendo a ricostruire una parte essenziale di Pompei, tesoro di conoscenze architettoniche e culturali. Dando la possibilità di conoscere i dettagli sulla pianificazione urbana, sull’ingegneria edilizia e sui decori interni dell’epoca romana.

Un patrimonio importante che affascina e cattura la curiosità di tantissimi turisti provenienti da ogni parte del mondo, che decidono di visitare Pompei per conoscere e vedere l’eredità lasciata dagli antichi Romani. E le case sono la testimonianza più grande di questo immenso patrimonio. Ma come erano strutturate le antiche case Pompeiane?

La maggior parte delle case dell’antica città di Pompei erano costruite secondo un unico modello, scopriamolo insieme.

L’atrio delle case Pompeiane

Solitamente, nelle antiche case Pompeiane, dalla porta d’ingresso si accedeva ad un corridoio che immetteva direttamente nell’atrio, un’ampia stanza che fungeva da punto focale e luogo di accoglienza per gli ospiti.

L’atrio rappresentava il fulcro principale della vita domestica delle abitazioni Pompeiane. Era spesso coperto da un tetto aperto chiamato “compluvium”, che permetteva l’ingresso della luce naturale e la raccolta dell’acqua piovana in una vasca sottostante chiamata “impluvium”. L’acqua raccolta nell’impluvium, grazie ad una cisterna posizionata al di sotto della stessa, veniva utilizzata per tutte le faccende domestiche, quindi per il lavaggio panni e per cucinare. Un metodo utilizzato fino a quando a Pompei non è stato realizzato l’acquedotto che poi ha portato l’acqua nella maggior parte delle case. 

Attorno all’atrio ruotavano tutta una serie di ambienti, come le stanze da letto (dette cubicula), i vani di servizio e le stanze da pranzo ( chiamate triclinium) utilizzate per feste e banchetti. Mentre infondo all’atrio si apriva il tablinum, cioè la stanza utilizzata come ufficio o studio dal proprietario di casa, per accogliere persone d’affari.

Il peristilio

Le domus più importanti e ricche disponevano anche di un peristilio.

Ossia un grande giardino porticato su cui si affacciavano vari ambienti di soggiorno, ornato in genere da alberi da frutto e statue con giochi d’acqua. 

Ogni ambiente delle domus più ricche ed importanti erano adornate con ricche decorazioni e affreschi. Gli affreschi, dipinti murali realizzati con pigmenti naturali, decoravano le pareti delle stanze e raffiguravano spesso scene mitologiche, paesaggi e  ritratti. Questi affreschi non solo aggiungevano bellezza agli interni delle case, ma spesso avevano anche una funzione narrativa o simbolica, raccontando storie o sottolineando l’importanza della famiglia e del prestigio sociale.

Inoltre, le più prestigiose e nobili domus erano finemente decorate con lastre in marmo che conferivano all’ambiente un tocco di eleganza. 

I pavimenti, al contrario, erano realizzati con tecniche speciali di diverso pregio: cocciopesto, piastrelle di terracotta, mosaici in bianco e nero o a colori o in marmo.

Le grandi domus Pompeiane

Le più grandi domus romane erano spaziose, areate ed igieniche, fornite di bagni e latrine. Molte di esse disponevano anche di un quartiere termale totalmente privato, in cui erano presenti vasche per bagni con acqua tiepida o calda. Si dividevano spesso in quartiere patronale, riservato ai proprietari di casa e quartiere servile, assegnato agli schiavi che lavoravano all’interno della casa.

Inoltre erano dotate di acqua corrente ed erano riscaldate d’inverno da un riscaldamento centrale (gli ipocausti, complessi dispositivi che facevano passare correnti d’aria calda sotto i pavimenti).

Le grandi domus Pompeiane erano dotate di ogni comfort per soddisfare i bisogni dei loro inquilini, abbinandovi bellezza ed estetica, tanto da poter essere considerate le più comode che siano state costruite fino al XX secolo.

Le ville Rustiche

Al contrario la villa rustica, simile nella concezione alle moderne fattorie, aveva una pianta semplice con ambienti disposti intorno ad un porticato centrale.

E si distingueva per la presenza dei locali adibiti alle attività produttive e di ampi spazi per l’immagazzinamento delle merci.

Ma a dispetto di ciò che si pensi erano dotate di ogni comodità, spesso erano più grandi delle domus. Potevano avere biblioteche, sale di lettura, stanze per il bagno caldo, freddo e tiepido. Ampi porticati permettevano passeggiate all’aperto. E molte erano circondate da parchi e giardini molto curati.

Tra le più importanti ville rustiche presenti a Pompei si annovera la Villa dei Misteri.

Insomma tutte le case Pompei erano progettate secondo un disegno in comune simile sia per le grandi domus che per le più piccole case.

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