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Chi era l’ultimo Fuggiasco di Pompei

Curiosità

La catastrofica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ebbe conseguenze devastanti su Pompei. Case, strade, ma soprattutto uomini furono travolti dalla furia distruttiva di quel monte che loro consideravano amico. 

Una sorte orribile per i tanti Pompeiani che non riuscirono a scampare alla morte, travolti dalle ceneri, dai lapilli e dal potentissimo flusso piroclastico. 

La testimonianza più dura di quello che è realmente accaduto quel 24 Ottobre del 79 d.C. proviene proprio dal ritrovamento dei corpi lacerati e straziati degli uomini, delle donne e dei bambini ritrovati durante gli scavi. Come lo scheletro dell’uomo più sfortunato di Pompei o l‘ultimo fuggiasco, rinvenuto senza testa nella Regio V nel 2018. 

L’uomo secondo le ricostruzioni avrebbe cercato in ogni modo di scampare alla morte, ma a causa di una grave infezione ossea alla gamba la sua corsa verso la fuga fu rallentata, impedirgli di fuggire già ai primi drammatici segnali che annunciavano l’eruzione.   

Per questo è stato soprannominato dagli archeologici l’uomo più sfortunato di Pompei, perché probabilmente se non avesse avuto problemi di deambulazione, forse si sarebbe potuto salvare.

Dove fu ritrovato il corpo del fuggiasco

Lo sfortunato fuggiasco è stato ritrovato all’incrocio tra  il Vicolo delle Nozze d’Argento e il Vicolo dei Balconi.

Secondo la ricostruzione tentò di  raggiungere il vicolo, ormai invaso dalla spessa coltre di lapilli, nella speranza di salvarsi. Ma fu soffocato dalla cenere e dalle polveri del potente flusso piroclastico. Solo successivamente fu travolto da un grosso blocco di pietra che gli staccò letteralmente la testa, schiacciando il torace. 

Inizialmente, con il ritrovamento del solo corpo senza testa,  si era ipotizzato che l’uomo fosse morto travolto dal sasso.

Ma con il ritrovamento del teschio dello sfortunato uomo di Pompei si è fatto luce su ciò che realmente successe. Quest’ultimo, infatti, non morì schiacciato ma per asfissia. La testa fu ritrovata con la bocca completamente aperta, segno del vano tentativo di respirare. 

Chi era lo sfortunato fuggiasco

Lo sfortunato fuggiasco di Pompei era alto all’incirca un metro e sessantacinque, aveva tra i 30 e 40 anni. Ed aveva una gamba malata, infatti, dall’esame dello scheletro furono ritrovati segni di un’infezione ossea a livello della tibia.

Proprio il forte dolore alla gamba avrebbe rallentato la sua corsa alla ricerca della salvezza. Probabilmente si incamminò faticosamente tra i vicoli ormai ricoperti da più di due metri di lapilli, ma il flusso piroclastico lo investì in pieno, non lasciandogli scampo.

Dopo la morte per asfissia, dovuta al calore bollente delle polveri, fu travolto da un enorme masso, che gli schiacciò il petto, lasciandolo senza testa.

Gli altri Pompeiani morti durante l’eruzione

Una fine orribile che non ha riguardato solo l’ultimo fuggiasco, ma la maggior parte della popolazione di Pompei. In tanti morirono per asfissia a seguito dell’arrivo del flusso piroclastico. 

Ne sono una testimonianza anche i 13 membri di un’intera famiglia, donne, uomini e bambini, ritrovati nell’orto dei fuggiaschi. Anche loro tentarono invano di fuggire dalla caduta dei lapilli, ma morirono tutti quando arrivò il potente flusso piroclastico. I gas, il vapore acqueo ad altissime temperature, incenerì e spezzò le vite di tutti loro che stavano scappando. 

Morirono uno accanto all’altro e li giacciono i corpi di questa famiglia, ricostruita grazie al metodo dei calchi, esposti oggi in una teca nel famosissimo orto dei fuggiaschi. 

Orto dei fuggiaschi di Pompei

Cosa ammirare a Pompei

Pompei quindi, non è solo strade, case, teatri e dipinti da ammirare, ma è molto altro. E’ il racconto di chi viveva in quel paese, di chi è morto cercando di scappare, di chi invece vi è rimasto perché legato alla propria casa. Visitare Pompei con guida turistica è questo e molto altro, è scoprire le vite e le storie di vi è vissuto, di chi ha cercato in tutto e per tutto di salvarsi. 

Nella tua visita a Pompei non soffermarti solo ad ammirare i magnifici dipinti lasciati dai Pompeiani, ma fatti guidare da un’esperta guida, nei luoghi che raccontano di Pompei e dei Pompeiani. 

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