Le terme forniscono una delle testimonianze più significative della vita quotidiana vissuta dagli antichi Pompeiani prima della catastrofica eruzione del 79 d.C.
Non solo le case, le botteghe, i templi, le strade anche le terme sono state uno dei ritrovamenti più importanti effettuati a Pompei, che ha permesso di ricostruire come viveva e come fosse organizzata la società Romana.
Una testimonianza importantissima che affascina i milioni di turisti che ogni anno si recano in visita a Pompei, per scoprire la città più antica del mondo perfettamente conservata. E che ci fa intuire come 2000 anni fa questo antico popolo era già molto evoluto.
A cosa servivano le terme?
Le terme a Pompei era il luogo principale che gli antichi Pompeiani utilizzavano per ritemprarsi dopo un’intensa giornata lavorativa. Non a caso all’interno dell’antica città sono stati ritrovati non solo complessi termali pubblici, ma anche terme private. Presenti per lo più nelle domus o nelle ville appartenenti alla persone più ricche e importanti della città. Un luogo quindi fondamentale per i Pompeiani e i Romani in genere, che venivano utilizzate ogni giorno nella loro quotidianità.
Le terme pubbliche, come dice la parola stessa erano aperte a tutti, nobili, schiavi e cittadini appartenenti al ceto medio – basso.
Era il luogo in cui le persone si recavano per lavarsi, per socializzare, per fare esercizio fisico, rilassarsi, e discutere di affari o politica. La funzione principale era quella di garantire l’igiene personale, in un’epoca in cui il concetto di bagno quotidiano era fondamentale per il benessere fisico. Ma rappresentavano anche un importante luogo di aggregazione e di ritrovo.
Le terme romane rappresentavano, quindi, un’importante espressione della cultura romana, dove il concetto di pulizia si intrecciava con quello di benessere e socializzazione.
Come erano strutturate le terme
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Le terme non erano semplici bagni, ma complessi sofisticati, dotati di diverse stanze con temperature variabili, che permettevano di godere di un’esperienza di cura del corpo e della mente.
Seguivano una disposizione architettonica ben definita, con ambienti divisi per temperatura e funzione. Da qui già riusciamo ad intuire come fosse evoluta questa popolazione 2000 anni fa.
All’interno delle terme si accedeva per mezzo dell’ingresso in cui era presente l ‘Apodyterium (cioè lo spogliatoio). Qui i visitatori si spogliavano prima di entrare nelle sale termali e lasciavano i loro vestiti e oggetti personali in armadietti di legno. Che in alcuni casi venivano custoditi da schiavi o servitori quando appartenevano ai membri più ricchi della società.
Era presente inoltre il Frigidarium (cioè sala fredda). Una stanza con una piscina d’acqua fredda, usata per rinfrescarsi dopo il calore dei bagni caldi.
Il Tepidarium ( la sala tiepida): con temperature moderate, che veniva utilizzata per preparare il corpo al caldo intenso del calidarium.
Ed infine Il Calidarium (sala calda): La sala più importante delle terme romane, dove si trovava una grande vasca di acqua calda. Qui, i visitatori potevano immergersi in acque riscaldate, godendo del vapore che contribuiva a purificare il corpo e rilassare i muscoli.
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Ma in che modo veniva riscaldata l’acqua nel calidarium e nel tiepidarium?
Le terme erano spesso dotate di un sistema di riscaldamento, il hypocaustum. Un complesso e sofisticato sistema che permetteva di riscaldare l’ambiente e l’acqua, usando focolari che producevano calore. Il calore veniva distribuito sotto il pavimento attraverso canali e condotti, che riscaldava le stanze e le vasche, creando un’atmosfera confortevole anche nei periodi più freddi.
A Pompei erano presenti 4 complessi termali pubblici, Terme centrali, Terme del foro, Terme stabiane e Terme suburbane.
Terme private a Pompei
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Ma come dicevamo prima a Pompei erano presenti quartieri termali anche all’interno delle domus o ville. Ma come erano fatte?
Spesso erano ambienti di piccole dimensioni che potevano accogliere poche persone.
Ma non mancavano casi, come nelle terme della domus Praedia di Giulia Felice, della Casa del Labirinto, della Villa di Diomede in cui erano presenti quartieri molto più grandi.
Il Calidarium e il tepidarium erano dotati al pari delle terme pubbliche, dell’impianto ad hypocaustum per il riscaldamento delle vasche e degli ambienti.
Questi ambienti erano spesso collegati con il salone dei banchetti, il triclinio. Molto probabilmente perché il proprietario di casa invitava i suoi ospiti prima a rilassarsi all’interno delle terme e poi a godersi sontuosi banchetti all’interno della sala più importante della casa. Questa pratica era messa in atto soprattutto da chi voleva assicurarsi il consenso elettorale dei propri ospiti, per promuovere la candidatura di amici o parenti, o semplicemente per affermare il proprio status sociale.