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I thermopolium di Pompei: perchè ce ne erano così tanti?

Curiosità

Case, dipinti, resti umani, gioielli, l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che distrusse Pompei, oltre a portare morte e devastazione, ha anche permesso il ritrovamento e la conservazione di questa antica città e civiltà. Conservando molti particolari della cultura e delle abitudini degli antichi Pompeiani sotto lo strato di cenere solidificata. 

Nel corso degli anni tantissime sono state le scoperte effettuate a Pompei durante gli scavi, molte sensazionali altre meno, ma tutte importanti per ricostruire lo stile di vita degli antichi Pompeiani. Come il ritrovamento nell’antica città di Pompei, di numerosi thermopolium chiamati anche thermopolia. 

Per capire realmente le abitudini, la cultura, le curiosità che riguardavano l’antico popolo di Pompei di consiglio nella tua visita nella città antica di farti guidare da una guida esperta, preparata che sappia farti conoscere la storia e ogni particolare di questa città.

Pompei

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Che cosa sono i thermopolium

I thermopolia, letteralmente “luoghi dove si vende cibo caldo”, erano delle vere e proprie taverne dell’antica Roma, dove si potevano acquistare cibi e bevande già pronti. 

A Pompei, questi punti di ristoro erano diffusi in tutta la città, conferendo un’atmosfera vivace e animata alle strade e agli angoli più nascosti.

Infatti, per gli antichi Pompeiani  questi luoghi rappresentavano dei veri e propri punti di ritrovo e socializzazione dove si ritrovavano dopo una giornata intensa di lavoro. 

A Pompei furono ritrovati ben 89 thermopolia. Ma perchè ce n’erano così tanti?

Come dicevamo, prima oltre a rappresentare un punto di incontro e di socializzazione per tutti i Pompeiani, i thermopolium erano anche molto frequentati dei numerosi commercianti esteri. Che si recavano a Pompei per commercializzare i propri prodotti e si fermavano in queste botteghe per pranzare o cenare durante il loro soggiorno. 

Ma non solo, gli stessi abitanti di Pompei frequentavano assiduamente i thermopolium per acquistare pasti caldi già pronti, perchè in molte case di Pompei era pericoloso accendere il fuoco per preparare da mangiare, in quanto non erano dotate di un buon sistema di aerazione. Quindi per i Pompeiani era più comodo e sicuro recarsi direttamente nei Thermopolia per acquistare piatti già preparati. Dall’oltre il costo dei piatti era davvero irrisorio, quindi conveniva molto di più acquistare piatti già pronti piuttosto che cucinarli in casa perdendo tempo e non risparmiando soldi. 

Come erano fatti i thermopolium

Un esempio di thermopolia a Pompei

I thermopolium erano strutture semplici, dotate di un bancone in muratura decorato con lastre marmoree, nel quale erano incassate grosse anfore di terracotta che contenevano i cibi già pronti e caldi. 

In alcuni thermopolia erano presenti ambienti retrostanti dove ci si poteva sedere e consumare il cibo. 

I piatti preparati erano illustrati in pitture murali presenti all’interno e all’esterno della bottega e al cliente bastava indicare il piatto scelto per essere servito.

Qui si potevano acquistare legumi, verdure, uova, salsicce, zuppe di pesce, frutta secca. Ma si poteva gustare anche un buon bicchiere di vino. 

Erano quindi dei veri e proprio street food dell’epoca moderna. 

La maggior parte di queste botteghe si affacciavano su via dell’abbondanza, la strada principale dedicata al commercio nell’antica Pompei. Ed è proprio qui che fu ritrovato uno dei più importanti e meglio conservati thermopolia di Pompei, quello di Vetutius Placidus. 

Il thermopolium di Vetutius Placidus

Il thermopolium di Vetutius Placidus, oltre avere un grande bancone in muratura riccamente decorato con pezzi di marmo, aveva anche un magnifico dipinto murale di fronte all’ingresso della bottega. Il dipinto perfettamente conservato ed ancora oggi visibile raffigura un larario dedicato a Mercurio ( dio del commercio) e Dionisio (dio del vino) e ai dei protettori della casa. 

Nella parte del retrobottega decorata con pregiati affreschi era invece presente un triclinio all’aperto dove i Pompeiani potevano banchettare all’esterno.

Durante gli scavi, in una delle grandi giare presenti sul bancone in muratura su rinvenuto un gruzzolo di monete di circa 3 kg del valore di 680 sesterzi. Probabilmente si trattava dell’incasso della giornata quando avvenne la drammatica eruzione del vesuvio. 

Il thermopolium della regio V

Su via dell’Abbondanza, precisamente nella regio V fu ritrovata un’altra bottega con un meraviglioso bancone riccamente affrescato, con immagini dai colori così nitidi ed accesi da sembrare tridimensionali. I dipinti raffiguravano una Nereide a cavallo di un ippocampo in un ambiente marino e altri animali probabilmente preparati e venduti nel locale, come un gallo e due anatre.

Proprio i ritrovamenti effettuati all’interno delle anfore che confermano che quei dipinti rappresentavano ciò che i proprietari vendevano nella propria bottega. Infatti, in esse sono stati ritrovati i resti di ossa di anatra, suini, pesci e lumache da terra. Insomma tutto ciò che i Pompeiani potevano acquistare recandosi in questa tavola calda. 

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