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Riaperta l’antica spiaggia di Ercolano seppellita dal Vesuvio

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Finalmente dopo anni di intenso lavoro, l’antica spiaggia degli scavi di Ercolano è stata riaperta al pubblico. 

L’inaugurazione è avvenuta il 19 Giugno 2024, dopo un percorso di risistemazione dell’intera area durato diversi anni. 

Un progetto importante non solo per permettere ai visitatori di ammirare il fronte mare dell’antica Ercolano. Ma anche per mettere fine ai continui allagamenti nell’area che avrebbero potuto creare problemi di stabilità ai monumenti antichi.

Con questo lavoro finalmente le acque sorgive naturali e l’acqua piovana sono state messe sotto controllo e in parte riutilizzate per la cura delle piante presenti nel parco archeologico e per gli uffici. 

Per molti anni la zona, infatti, non è stata fruibile dai visitatori proprio a causa del problema dei continui allagamenti che rendevano l’area paludosa. Il pubblico poteva attraversare la zona dell’antica spiaggia solo per mezzo di una passerella metallica installata in prossimità delle fornici. Che permetteva agli stessi di accedere al sito e di avvicinarsi alle antichi magazzini per ammirare i calchi dei 300 fuggiaschi morti durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. 

Ora con questo progetto tutto l’antico litorale di Ercolano è stato interamente ricostruito. Permettendo ai visitatori di passeggiare liberamente sull’intera superficie e di immergersi nella magia della città di Ercolano baciata dal mare. 

I lavori svolti e la scelta della graniglia

Fornici di Ercolano

 I lavori si sono concentrati prima sulla risoluzione del ristagno delle acque che rendevano l’area paludosa e soggetta a continui allagamenti. Successivamente sulla messa in sicurezza dell’intera area per evitare il problema della corrosione dei monumenti antichi. E poi sulla valorizzazione dell’antico fronte mare. 

Durante gli scavi archeologici per la sistemazione dell’area sono state trovate tracce dell’antica sabbia. Grazie a questo studio, oggi sappiamo che al momento dell’eruzione del 79 d.C. tutto l’antico litorale era coperto da uno strato di sabbia di spessore variabile di colore scuro.

Da qui è dipesa la scelta di utilizzare la graniglia di basalto per ricoprire l’intera area antistante le fornici. Questo materiale locale, di colore grigio, rievoca l’aspetto della sabbia scura del litorale di Ercolano seppellito dalle ceneri del Vesuvio. Dando l’impressione ai visitatori di ritrovarsi sull’antica spiaggia di Ercolano. 

Inoltre è stato realizzato un nuovo impianto di illuminazione teso a valorizzare il fronte mare durante le visite serali. 

L’antica spiaggia di Ercolano

L’antica spiaggia appariva come una spiaggia di sabbia vulcanica di colore nero. Come oggi è tipico di tutte le spiagge che si affacciano sul mare e che si trovano in corrispondenza delle pendici del Vesuvio. 

La spiaggia veniva utilizzata anticamente non solo per le attività marinare, ma  per raggiungere la città e per salire attraverso delle rampe verso le case affacciate  sul mare. 

Anche quella notte del 79 d.C. l’antica spiaggia di Ercolano si è rivelata di fondamentale importanza, per permettere ai soccorritori di mettere in salvo gli abitanti colpiti dalla terribile eruzione del Vesuvio.

Purtroppo per circa 300 fuggiaschi i soccorsi non arrivarono mai. Furono sorpresi dall’arrivo del Flusso piroclastico (gas, vapore acqueo a 400° e cenere) che provocò la loro morte all’istante per asfissia e shock termico. L’arrivo delle ondate di fango vulcanico del Vesuvio ricoprì poi i resti dei loro corpi, sigillandoli nella posizione in cui sono stati trovati. 

Durante i lavori di ripristino dell’antica spiaggia fu ritrovato anche il corpo dell’ultimo fuggiasco di Ercolano. 

Un uomo di 40/45 anni che si trovava in riva al mare in attesa dei soccorsi e che morì travolto dal flusso piroclastico con ancora in mano un sacchetto in tessuto pieno dei suoi averi, tra cui monete ed anelli. 

Nella medesima area anni prima, già diversi anni prima e precisamente nel 1982 fu ritrovato lo scheletro di una barca di salvataggio completamente carbonizzata. La barca era giunta ad Ercolano per trarre in salvo i suoi abitanti. Ma fu travolta anch’essa dal flusso piroclastico carbonizzandola all’istante. 

Insomma un sito archeologico quello di Ercolano unico al mondo.

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