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3 Cose Uniche che si Possono Vedere Solo negli Scavi di Pompei

Curiosità

Con la sua storia millenaria, Pompei, è uno dei siti archeologici più importanti e visitati al mondo. Fu distrutta e sepolta completamente durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.. E venne riportata alla luce solo casualmente nel 1748, dopo il ritrovamento di alcuni resti della città di Ercolano avvenuti 10 anni prima. 

Un’eruzione quella del Vesuvio, violenta, catastrofica che portò morte e devastazione in tutta l’antica città Romana, che venne invasa da oltre 3 metri di materiale vulcanico. Circa 2000 Pompeiani morirono travolti dalla cenere, dai lapilli e dal potente flusso piroclastico.

Un evento terribile che ha fatto comprendere tutta la forza di madre natura, ma allo stesso tempo ci ha lasciato un patrimonio prezioso e senza precedenti. 

Infatti, lo stato di conservazione unico della città di Pompei, ha permesso di ricostruire e scoprire la storia, le abitudini e i resti di questa antica città sepolta dal tempo. 

Pompei appare oggi come una città cristallizzata, come se il tempo si fosse fermato a quel terribile giorno del 79 d.C.. Tutto appare visibile visitando l’antica città Romana, case, strade, dipinti e persino i corpi pietrificati delle persone morte durante l’eruzione. 

E sono proprio questi corpi una delle tre cose che non vedrai in altre parti del mondo, ma solo visitando il sito archeologico di Pompei.

La particolare dinamica dell’eruzione, lo studio e le tecniche utilizzate dagli archeologici hanno permesso, infatti, di riportare alla luce i corpi intatti delle sue vittime nel momento esatto della morte. 

I calchi, una delle cose che potrai vedere solo a Pompei

I calchi sono una delle tre cose uniche e sensazionali che potrai vedere visitando gli scavi di Pompei. Solo qui potrai ammirare i corpi di chi non riuscì a scampare alla morte e venne travolto dall’arrivo del flusso piroclastico e dalla caduta della cenere e dei lapilli. Una fotografia esatta insomma del dolore e del terrore scolpito sui volti di questi resti umani. 

Questa importante scoperta risale all’800 quando l’archeologo Giuseppe Fiorelli colò nel terreno del gesso liquido riempiendo i vuoti lasciati dai corpi decomposti delle vittime. 

Una tecnica che ha permesso di realizzare l’impronta esatta delle vittime dell’eruzione nella precisa posizione che essi avevano assunto poco prima di morire. 

Tutto è visibile ammirando questi corpi, il dolore, l’angoscia, lo strazio, la paura. 

Corpi di uomini, donne e bambini intrecciati in un ultimo abbraccio prima di morire. 

Circa un centinaio furono i calchi realizzati con questo metodo, di cui 13 sono visibili solo nel famoso orto dei fuggiaschi. Si tratta probabilmente di un’intera famiglia che tentò invano di scappare dalla caduta dei lapilli ma venne travolta improvvisamente dall’arrivo del flusso piroclastico. 

Solo qui a Pompei potrai vedere questi corpi, anche nella vicina città di Ercolano anch’essa sepolta durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., sono conservati gli scheletri ma non i corpi delle vittime. 

Solo a Pompei vedrai il pane carbonizzato

Ebbene sì, un’altra cosa che potrai vedere solo visitando gli scavi di Pompei è il pane carbonizzato ritrovato in uno dei tanti forni sparsi in giro per la città.  E’ il pane più antico della storia, un pane millenario, perfettamente conservato , che ci fa comprendere le abitudini e la vita degli antichi Pompeiani. 

Si tratta di una pagnotta rotonda carbonizzata, perfettamente intatta, definita dagli archeologi come Panis Quadratus. 

Ha la tipica forma rotonda, come una normale pagnotta di pane dei giorni nostri, ma è incisa in superficie formando 8 spicchi. Ed è proprio per la realizzazione di questi 8 spicchi che sul pane venivano realizzate 4 linee quadrate, da qui il nome Panis Quadratus. 

A Pompei c’erano circa 30 forni che realizzavano pane come questo. Ed ancora oggi sono ben visibili non solo i forni, ma anche le macine utilizzate per la lavorazione del grano. 

Il numero notevole di forni sparsi in giro per la città ci fa comprendere come il pane fosse uno degli alimenti preferiti degli antichi Pompeiani. Anche se per il suo costo poco accessibile probabilmente veniva consumato solo dai più ricchi. 

Un tipico acquedotto Romano

Strano ma vero, solo a Pompei potrai vedere un tipico acquedotto romano di 2000 anni fa. Non solo tubature antiche che corrono in giro per la città che alimentavano di acqua le case. Ma anche il luogo in cui veniva raccolta l’acqua per essere distribuita in giro per la città, il Castellum Aquae.  

L’acquedotto a Pompei fu realizzato da Augusto con l’utilizzo di tubature in piombo collegate alle sorgenti di Serino. Acqua che veniva fatta confluire proprio nel Castellum Aquae, che si trovava nel punto più alto della città e sfruttava la pressione di caduta dell’acqua per distribuirla nelle case e nelle fontane di Pompei. Ingegnoso vero!

Ma non solo, a Pompei vedrai anche delle torri posizionate in diversi angoli della città. Dove anticamente in cima alle stesse erano sistemate delle cisterne quadrate che raccoglievano l’acqua che fluiva dall’alto delle strade nei periodi intensi di pioggia. 

Queste torri, in caso di violenta pioggia, raccoglievano l’acqua che correva velocemente lungo le strade della città, sfruttando la forza di pressione di quest’ultima e facendola salire mediante dei tubi fin dentro la cisterna.

In questo modo, l’acqua raccolta permetteva non solo di ridurre i danni alle tubazioni posizionate a valle, ma di alimentare anche la città di acqua. 

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